CAMBIANO LE REGOLE PER IL CALCOLO DEL REDDITO NEL NUOVO REGIME FORFETARIO

CAMBIANO LE REGOLE PER IL CALCOLO DEL REDDITO NEL NUOVO REGIME FORFETARIO



Oramai è chiaro, nel 2015 accanto al regime ordinario e semplificato ci sarà il regime forfetario che sostituisce l’attuale regime dei minimi. Tra le novità introdotte c’è un nuovo modo di determinare il reddito.

Da sempre il reddito è dato dalla differenza tra i ricavi e i costi:


Ricavi
€ 45.000
Costi
€ 20.000
Utile
€ 25.000


Ricavi
€ 40.000
Costi
€ 42.000
Perdita
€ 2.000


Applicando la normativa fiscale, quindi apportando al reddito civilistico le variazioni in aumento e/o in diminuzione, si determina il reddito imponibile. Riprendendo gli esempi, se ipotizziamo costi indeducibili pari a euro 5.000, il reddito imponibile sarà pari, nel primo caso a 30.000 nel secondo a € 3.000.
Il nuovo regime stravolge le logiche aziendali. Il reddito imponibile si determina applicando dei coefficienti di redditività ai ricavi e compensi percepiti (principio di cassa). Diventa rilevante il codice Ateco in quanto questi coefficienti, che rappresentano la forfettizzazione delle spese, variano secondo la tipologia di attività svolta. Per le star up è previsto l’abbattimento di 1/3 del reddito.
Questa nuova metodologia di determinazione del reddito comporta le seguenti riflessioni:
  • gli imprenditori e i professionisti non avranno più il pensiero di chiedere, sistemare, portare al consulente le fatture di acquisto pertanto si riduce il loro carico amministrativo;
  • l’irrilevanza dei costi e l’applicazione dei coefficienti di redditività implicano che il reddito sarà sempre positivo e, di conseguenza, il contribuente su di esso dovrà pagare l’imposta sostitutiva, salvo che, i contributi previdenziali sono di un importo maggiore al reddito imponibile;
  • la forfettizzazione delle spese tratta tutte le attività, della stessa tipologia, nello stesso modo poichè ipotizza che sostengono gli stessi costi.
Nella realtà però non è così in quanto ci sono imprese che, per una serie di circostanze, sono costretti a sostenere maggiori oneri rispetto ad altre;

  • la diminuzione, per alcune attività, dell’importo massimo dei ricavi/compensi potrebbe avere ripercussioni negative quali la concorrenza sleale per la riduzione eccessiva dei prezzi e/o la non emissione dei documenti fiscali (fatture/scontrini);
  • la facoltà, concessa agli artigiani e ai commercianti, di calcolare i contributi previdenziali sul reddito effettivamente prodotto e non sul minimale, se da una parte, permetterà un minor esborso monetario, dall’altra parte, versando meno contributi, la pensione sarà più bassa.
dott.ssa Laura Lo Fermo
Dottore Commercialista 
in Piazza Armerina ( EN)

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